PARTENZA DI GRUPPO: 31 OTTOBRE 2024
GIORNO 1 31 ottobre
Italia-Volo
Arrivo in aeroporto per le formalità di imbarco e partenza. Cambio aeromobile e proseguimento per Juba, la più giovane capitale dell’ ‘Africa. Notte in volo.
GIORNO 2 1 novembre
Juba City
Arrivo a Juba City al mattino e trasferimento nel Cattle camp Mundari. Incontro con il nostro staff e trasferimento verso il villaggio dei Mundari. Cena e pernottamento in tenda nel Cattle Camp Mundari.
GIORNO 3 2 novembre
La tribù dei Mundari
Intera giornata dedicata all’esplorazione dei campi e delle tribù Mundari. In Sud Sudan vive la tribù dei Mundari, che, a causa della sua posizione isolata è rimasta pressoché sconosciuta soprattutto per quanto riguarda i loro usi e costumi, rimasti più o meno immutati per secoli per giungere fino a noi. Trascorreremo un’intera giornata interagendo con il popolo Mundari. Avremo l’opportunità di scoprire il loro modo di vivere, i ritmi scanditi in base alle esigenze del bestiame, assistiamo in mattinata alla partenza del bestiame per i pascoli e poi al rientro alla sera. I Mundari attribuiscono molta importanza alle loro vacche, una razza bovina con le corna ricurve, una fonte di cibo, una cura contro le infezioni che arrivano ed essere considerate componenti della famiglia a tutti gli effetti. Tra i pastori e gli animali esiste un rapporto di simbiosi. Senza di loro gli esseri umani non hanno cibo sufficiente (latte, burro, formaggio). Così come i bovini morirebbero senza i pastori per le malattie trasmesse dagli insetti e parassiti e, anche, per gli attacchi di animali predatori, ma soprattutto, grazie al pastore, riescono a trovare erba da brucare e acqua da bere. Per I Mundari il bestiame è la vita. Latte e sangue, che instillano praticando un piccolo foro nella vena giugulare, sono alimenti preziosi. Con lo sterco mescolato a paglia si fanno i mattoni e l’intonaco delle case, una volta seccato al sole, il combustibile per cucinare e procurarsi la cenere che, cosparsa sul corpo, protegge dalle zanzare anofele, responsabili della trasmissione della malaria. Una cosa particolare dei Mundari, così come dei “cugini” Dinka più a nord è la peculiare abitudine di farsi urinare dalle vacche sul capo per poi impastare sopra dell’argilla per evitare i parassiti. Con l’orina si conciano le pelli, si fa il caglio, si tingono i capelli. E le bianche mucche dalle corna ricurve sono la dote dei matrimoni: fino a cento capi per una ragazza giovane e bella. «Senza vacche – recita un proverbio – niente moglie. Senza moglie e niente figli. Senza figli la tribù muore». Pernottamento e cena al campo vicino al villaggio di allevatori di bestiame Mundari.
GIORNO 4 3 novembre
Mundari – Transfer nella terra dei Dinka
Dopo la prima colazione di buon mattino, trasferimento verso la tribu dei Dinka. Pernottamento e cena al campo vicino al villaggio di allevatori di bestiame Dinka.
GIORNO 5 4 novembre
La tribù dei Dinka
Interagendo con i pastori Dinka, si trascorre il resto della giornata, scandita dalla partenza al mattino del bestiame per i pascoli e di tutti i lavori di pulizia del campo e preparazione dei pasti! I Dinka sono circa 2 milioni, il 25% della popolazione del Sud Sudan rappresentando il maggiore gruppo etnico. La loro economia si basa soprattutto sulla pastorizia e sull’agricoltura, in particolare la coltivazione del miglio sulle sponde del Nilo e altre varietà di cereali. Sono di statura molto alti, e tra le etnie locali sono considerati i più belli. Come i Mundari vivono in simbiosi con le loro vacche dalle lunghe corna, ogni famiglia ha bisogno di almeno 50 mucche per la sopravivenza. Salutiamo i dinka e dopo l’ esperienza intensa di 3 notti vissuta in un cattle camp, ci trasferiamo a Juba. Pernottamento in Hotel Imperial Plaza o similare.
GIORNO 6 5 novembre
Juba- Lopit
Colazione e trasferimento con le nostre jeep verso i villaggi dell’etnia Lopit. Trascorreremo il resto della giornata esplorando i villaggi Lopit, incontrando gli anziani del villaggio e conoscendo le loro abitudini tribali. Questo popolo vive nei dintorni delle colline Lopit in un territorio montuoso e pratica l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. I Lopit hanno somiglianze linguistiche con il vicino popolo Lotuko ma anche con i Masai. Sono orgogliosi della loro identità culturale e praticano importanti cerimonie tribali. Notte: al campo vicino al villaggio di Lopit.
GIORNO 7 6 novembre
Lopit- Boya
Salutiamo i Lopit e ci dirigiamo verso i villaggi Boya dove arriveremo nel tardo pomeriggio. I membri del gruppo etnico Larim o Longarim sono più comunemente conosciuti come Boya. Il territorio dei Boya si trova tra i Monti Didinga e la Valle del Kidepo. Il loro territorio si trova sulla pista che va da Torit a Kapoeta e la sua popolazione principale si chiama Kim Tong. Nei dintorni di Kim Tong troviamo le Boya Hills, un territorio della savana, punteggiato da grandi colline rocciose che fungono da parapetti per i villaggi di Boya. Questi grandi blocchi rocciosi conferiscono al territorio un aspetto molto suggestivo. I giovani Boya usano questi blocchi come torri di avvistamento da dove controllano parte del loro territorio. Le giovani donne Boya usano queste rocce anche per macinare il grano, si riuniscono in piccoli gruppi e cantano canzoni al ritmo della macinazione dei chicchi di cereali ( spesso sorgo o mais). I Boya sono principalmente allevatori, anche se coltivano anche sorgo e mais. I bovini sono molto importanti per i Boya e la loro vita ruota attorno a loro. Mangiano la loro carne, bevono il loro sangue e latte, dormono su stuoie ricavate dalla loro pelle. I Boya sono animisti e credono negli spiriti dei loro antenati, con i quali comunicano in cerimonie in cui i loro spiriti vengono chiamati con offerte. Se siamo fortunati avremo la possibilità di vedere alcuni rituali e cerimonie. Fin dalla tenera età, le donne Boya si procurano o si fanno fare scarificazioni vistose sul viso e sul corpo che indicano lo status e il ruolo che ciascun individuo occupa nella società . Le considerano esteticamente molto belle , ma sono anche un segno di forza e resistenza. Notte: cena e pernottamento al campo nel villaggio di Boya.
GIORNO 8 7 novembre
Boya-Taposa
Oggi trascorreremo un po di tempo con la tribù Boya nei loro villaggi prima del trasferimento verso il territorio Taposa. Questo gruppo etnico è principalmente dedito all’allevamento e all’agricoltura di sussistenza basata principalmente sul sorgo, anche se coltivano il tabacco. Vivono intorno alle montagne di Kanthagor, tra gli stati dell’Alto Nilo e dell’Equatore. Anche le donne Taposa segnano la loro pelle con evidenti scarificazioni e un grande piercing al naso. Questa popolazione vive in una zona arida, che costringe i pastori a percorrere grandi distanze con il bestiame in cerca di erba. La regione è ricca di minerali e soprattutto di oro. Passano infatti parte del loro tempo alla ricerca del metallo prezioso nei letti dei fiumi. Notte: cena e pernottamento al campo nel villaggio Taposa.
GIORNO 9 8 novembre
Giornata intera con la tribu dei Taposa
Trascorreremo l’intera giornata esplorando i villaggi dei Taposa. Questa tribù continua a mantenere le proprie usanze basate sull’animismo, credono in un essere supremo legato alla natura e nelle anime dei loro antenati, a cui si rivolgono nei periodi di feste e cerimonie. Alla sera partiremo verso Kapoeta per il pernottamento.
Hotel: Kuleu Kapoeta.
GIORNO 10 9 novembre
Kapoeta-Juba citty
Dopo colazione trasferimento in aeroporto per prendere il nostro volo per Juba. Arrivo a Juba e trasferimento in hotel. Resto della giornata a vs. disposizione per il riposo o per un tour lungo il Nilo a Juba. Notte: Hotel Imperial Plaza / Afex Rivercamp /Juba Regency a Juba.
GIORNO 11 10 novembre
Juba City
Giornata libera.
GIORNO 12 11 novembre
Juba- Volo
Colazione e trasferimento in aeroporto in tempo utile per prendere il volo di rientro per l’Italia. Cambio di aeromobile e arrivo in Italia.
Nota importante: Si tratta di un programma nuovo, inedito, che regala il privilegio di essere tra i primi a visitare queste regioni remote, ma che proprio per questo va affrontato con il giusto spirito di adattamento.
La partecipazione a riti, cerimonie tribali o incontri wrestling sarà spontanea, dove possibile o con supplemento se a richiesta, il gruppo deciderà in base a quello che si incontra lungo l’itinerario. Alcune variazioni nel programma possono essere effettuate dalla organizzazione locale , se ritenuto necessario per ragioni tecnico operative, condizioni stradali e/o di sicurezza.